La performance ed il benessere sul lavoro sono conciliabili?
La rapidità ed il carattere dirompente dei cambiamenti organizzativi possono avere pesanti ripercussioni sulla salute ed il benessere dei dipendenti. Come evitarle senza dover rinunciare all’esigenza del miglioramento della competitività?
Il costo delle malattie professionali esplode.
È un fatto acquisito, le malattie professionali legate alla gravosità del lavoro, come i DMS (disturbi muscolo scheletrici) e i RPS (rischi psico-sociali) sono in forte crescita senza che non vi sia nulla che sembri in grado di contrastarli. Tutti i paesi e tutte le fasce di età sono colpiti da questa vera e propria pandemia.
Per l’impresa, il costo medio di un DMS ad una spalla è di 17000 euro. Quella di un DMS per tunnel carpale è di 12780 euro. A questi si aggiungono i costi per il mancato lavoro ad essi associati. (Fonte: Cassa di Previdenza dei Paesi della Loira).
I Lavoratori, i Cittadini, gli Stati, le Imprese: nessuno più intende pagare il conto.
Le persone vittime di DSM e RPS subiscono prima di tutto sofferenza fisica e morale a cui si aggiunge la degradazione accelerata del proprio capitale si salute. Ciò li priva della possibilità di godere pienamente della propria autonomia. I cittadini sempre più alle prese con queste malattie inviano un messaggio chiaro ai politici:
Da parte loro, gli stati sempre più costretti nei limiti di spesa, non sono disposti a finanziare costi che ritengono derivare da responsabilità delle imprese. Sotto la pressione del rigore economico e a causa dell’evoluzione della società, gli stati si sono rivolti alla tassazione al fine di spingere i più recalcitranti ad agire sul tema dei DSM e RPS.
Quando tutto porta ad una situazione di impasse, cosa fare?
Aspetti umani: le persone che vivono uno stato di sofferenza ed ancor più se esso dura da molto tempo, non sono in grado di svolgere un lavoro con regolarità, serenità e qualità.
Per non rischiare la perdita del lavoro, alcuni di loro nascondono la propria sofferenza.
L’angoscia generata da questa situazione li spinge verso l’assunzione di medicine di ogni tipo senza che la causa venga eliminata. Il morale, la salute e la motivazione ne subiscono le conseguenze. È un cerchio vizioso.
Aspetti economici :
Le aziende vedono così i guadagni, duramente acquisiti attraverso i miglioramenti, fortemente ridotti a causa dei costi a cui devono far fronte per il trattamento delle malattie professionali.
Molte imprese non sanno come ridurre i costi e di conseguenza sono portate a considerarle come degli “effetti collaterali” che conviene sopportare dato che non c’è nulla di meglio. Si sfocia anche in questo caso in uno stato di impasse.
Allo stesso tempo, quando vengono realizzate azioni volte a minimizzare l’impatto sulla salute, sono considerate né sufficientemente “convenienti” per le imprese, né sufficientemente “pratiche” per gli interessati. Abbiamo speso senza risolvere il problema alla radice. Siamo ancora in uno stato di impasse.
Aspetti sociali: I sindacati e persino alcuni ergonomi puntano sempre più il dito contro le iniziative di miglioramento e le nuove forme di organizzazione “snella”. L’accusa è di causare sofferenza fisica e mentale al lavoro.
Spesso si appoggiano giustamente a casi reali dove ovviamente le aziende coinvolte hanno implementato questo modello di organizzazione senza avere tutte le competenze, e in particolare per quanto riguarda la considerazione del benessere sul lavoro.
Non parleremo qui dei casi che mi è stato dato a vedere dove il management non volava assolutamente interessarsi al benessere e si accontentava di pagare le sanzioni. Ci sono manager che potrebbero / dovrebbero essere giudicati per questo, ma sfortunatamente è spesso difficile per le persone la cui salute è stata gravemente danneggiata essere in grado di lamentarsi a causa di possibili ripercussioni …
Tutto ciò non fa che screditare gli strumenti e gli approcci che sono necessari per garantire la competitività. Soprattutto perché molti esempi dimostrano che la sofferenza fisica e mentale al lavoro non è riservata alle aziende che hanno organizzazioni “ottimizzate” ma al contrario. Siamo ancora bloccati.
LeanWell®: un approccio senza precedenti per superare lo stallo
In particolare, parlando con Michel Gendrier, esperto di ergomotricità, ci siamo convinti che è possibile unire Performance e Benessere al lavoro. A poco a poco, a mano a mano che i problemi sorgevano, abbiamo sviluppato un metodo senza precedenti in grado di fornire una risposta completa. È così che è nato LeanWell®, un metodo che combina la sinergia con il controllo dei gesti e il controllo dei processi.
La padronanza dei gesti:
Il concetto di base di LeanWell® si basa sull’insegnamento della giusta attitudine e postura nello sport o nelle arti marziali, vale a dire la configurazione che produrrà in un dato contesto, il massimo effetto con un minimo di spesa energetica nel rispetto dei vincoli fisiologici.
Questa consapevolezza del “miglior gesto” quando viene acquisita può fornire alle persone le abilità per capire l’equazione del loro contesto di lavoro e decidere la linea d’azione più appropriata. Questo approccio completa quindi quello offerto dall’ergonomia agendo a livello del contesto stesso per ridurre l’impatto sulla persona.
LeanWell® sviluppa quindi per ognuno una reale consapevolezza delle proprie capacità funzionali che consente di regolare permanentemente il gesto e tutto il corpo, concependo per ogni situazione che si presenta la migliore modalità operativa possibile. Il “miglior gesto” che garantisce prestazioni a lungo termine proteggendo al tempo stesso l’integrità fisica e psicologica delle persone interessate.
La regolarità del lavoro ne viene notevolmente migliorata mentre funziona in modo sostenibile con un alto livello di prestazioni e senza un impatto significativo sulla salute.
Il controllo di processo:
Allo stesso tempo, LeanWell® affronterà i processi aziendali che, se non controllati, diventano estremamente stressanti. Ciò equivale a renderli più stabili e quindi più prevedibili e le tecniche di produzione lean, se correttamente condotte, contribuiscono in modo significativo a far raggiungere il risultato. Questo riduce lo stress crescente sia individuale sia interpersonale (ambiente di lavoro e relazioni tra le persone).
L’ergomotricità ha permesso di comprendere la biomeccanica e integrarla meglio nei concetti generali dell’organizzazione del posto di lavoro. Ha cambiato radicalmente la nostra visione delle prestazioni complessive e ci ha permesso di coinvolgere maggiormente gli operativi nel processo. Siamo stati in grado di capire quali fossero le componenti di lean che finora hanno avuto un impatto negativo sulla salute e agire su di esse. Quindi, possiamo creare un ambiente di lavoro più rispettoso dell’uomo e della sua salute senza interrompere il processo di miglioramento della produttività. Questo è anche il carattere originale e unico di LeanWell®.
Luoghi di lavoro “TMS-FREE®” è possibile?
Sono passati più di 10 anni da quando le prime aziende pioniere hanno sperimentato queste tecniche e alcune hanno integrato le loro strategie aziendali e le loro pratiche manageriali.
Queste aziende, che spesso provengono da settori molto aggressivi per la salute, come l’agroalimentare, la produzione o la logistica, sono riuscite a ridurre significativamente il DMS / RPS continuando allo stesso tempo a migliorare la produttività. Alcuni di essi hanno spinto il processo fino alla certificazione di reparti “TMS-FREE®”, in cui qualsiasi DMS / RPS a rischio potrebbe essere ridotto in modo sostenibile a un livello di nocività senza un impatto significativo sulla salute.
Quale ritorno sull’investimento possiamo aspettarci?
Più che un obbligo legale o difensivo per ottenere una sorta di “pace sociale” nell’azienda, la lotta per ridurre al minimo il rischio di DMS e RPS è diventata una questione strategica importante.
In molti casi, l’aumento della produttività e la riduzione dei costi di trattamento per DMS e RSF hanno portato a un ritorno sull’investimento di pochi mesi, fornendo un guadagno umano, sociale ed economico senza precedenti.
Ma il guadagno più importante è senza dubbio il cambiamento di mentalità che questo approccio ha generato e le nuove soluzioni a cui questo nuovo paradigma hanno consentito di accedere.
Con questo approccio, l’integrazione del Benessere al lavoro nella strategia aziendale non può più essere considerata incompatibile con il requisito della competitività. È stato anche dimostrato di essere in grado di produrre a lungo termine una migliore prestazione complessiva se consideriamo anche l’impatto positivo che ha sull’assenteismo, la motivazione e la cordialità delle relazioni sul posto di lavoro.
Senza dubbio, questo approccio cambierà radicalmente le pratiche manageriali e fornirà alle aziende che hanno capito come conciliare armoniosamente le prestazioni e il benessere sul lavoro, guadagni netti più intensi, più rapidi e duraturi che li distingueranno da quelli che saranno rimasti alle pratiche convenzionali e che dovranno pagare le sanzioni sempre più pesanti che i governi andranno a prescrivere.
Per approfondire
“Ergomotricité: Le corps, le travail et la santé” – Michel Gendrier
- ISBN-10: 2706103159
- ISBN-13: 978-2706103155
“Gestes et mouvements justes : Guide de l’ergomotricité pour tous » – Michel Gendrier
- ISBN-10: 2868837298
- ISBN-13: 978-2868837295
Links:
https://fr.wikipedia.org/wiki/Ergomotricit%C3%A9
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